sabato 3 novembre 2012

Microcosmi…

Spesso non ci rendiamo assolutamente conto di come una cultura possa contenerne al suo interno un mondo di altre, ma, è sufficiente prestare un po’più di attenzione, o magari, un particolare insieme di circostanze per rendersi conto degli infiniti microcosmi che vivono intorno a noi. Un paio di giorni fa mi accade di avere la necessità di mandare via un fax velocemente. Valuto le opzioni, la cartoleria ha appena chiuso, altri negozi sono piuttosto lontani, ecco la mia casualità: mi rammento della copisteria-cartoleria-internet point-fax aperta, non molto tempo prima, da un paio di signori pakistani. Do un’occhiata agli orari, è ancora aperta, e resterà tale nelle prossime ore dato che l’orario di chiusura è previsto per le 22. Attendo che il proprietario abbia finito di telefonare, sta parlando la sua lingua d’origine, la stessa lingua con la quale indica al ragazzo che ha da poco varcato la soglia del negozio dove si trovino i pc e la macchinetta per il caffè istantaneo. Nel frattempo mi guardo intorno, vende un po’ di tutto, persino alcuni camicioni tradizionali, le pile stilo, anche sciolte, e qualche giocattolo, mi ricorda quei piccoli negozi di paese, che hanno fatto parte della mia infanzia, l’estate, in vacanza, e che sono ormai quasi del tutto scomparsi.
Il proprietario ha riagganciato il telefono, consegno i miei fogli e il numero da comporre. Pochi secondi e la radio attacca il canto del Muezzin, ripetuto ad intervalli regolari, è venuto il momento della preghiera, il socio, seduto all’esterno fino a pochi momenti prima, entra e compie i riti.
Il mio fax è stato inoltrato, è tempo di uscire e di lasciare questo angolo di Pakistan per fare ritorno in quella che è la mia Bologna che, ne sono ogni giorno più consapevole, costodisce al suo interno un numero sempre più grande di nuovi piccoli perfetti microcosmi.

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